Scena un divano con sopra un manichino ben vestito seduto.
Una ragazza parla verso il manichino come se fosse una persona.
-Non so se resisto, se riesco a continuare così.
La stanchezza mentale sta diventando invadente mi sta calpestando.
Mi sento come una margherita su un prato, ferma lì, non può scappare per natura. Eppure dentro questa Margherita c’è un cavallo puro sangue inferocito che scalpita e sbuffa dal naso. Lo sento galoppare dentro di me. Provo a sedarlo ma la dose ormai non basta più.
Voglio essere felice, ridere, cantare e rimanere senza fiato.
Mi sto inabissando ma quando ne uscirò fuori sarò uno tsunami devastante, quante vittime al mio passaggio. mi dispiace, ma finalmente sarò libera.
Troppe tempeste attraversano la mia mente, non possono più abitare in questo silenzio, si prenderanno intere vallate e risuonerà sempre l’eco di tante voci, di luci e i pensieri riusciranno a fondersi.
L’isolamento mentale che ci siamo imposti ha finito di scontare la sua pena, almeno il giudice del mio “Io” ha deciso questo, altrimenti muoio e per risorgere ci vuole troppa fatica ed io sono diventata pigra.
Lo so che preferiresti la mia morte più tosto che starmi lontano.
Pensa che bello! tu e il mio sudario sul nostro letto.
Davvero questo vorresti? solo le mie vesti, vestita di bianco non sono mai stata ma la purezza che creo non ha colore che la rappresenta, è quella di fare del male senza saperlo, perché innocente nel non capire le circostanze. Siamo noi che sbagliamo non quella purezza che abbiamo creato.
Tutti innocenti
Noi colpevoli di non avere un appiglio, un punto d’appoggio.
Ci ha tagliato le gambe questa vita è diviso i cuori, che prima erano vicini, così vicini che non si distinguevano.
Succede spesso e adesso è successo, inevitabilmente…
Di chi è la colpa non importa è solo una scelta, un’altra scelta per trovare la felicità.
Se vuoi ti chiedo anche perdono però ti prego lasciami andare, strappiamo le radici a questa Margherita e lasciamola volare libera nel vento. Anche se era una Margherita era solo una Margherita, che adesso volerà invece di rimanere ferma su quel prato.
Siamo dentro un castello che ha sgretolato le sue fondamenta e adesso è tenuto da una nuvola carica di pioggia come le lacrime c’è mi scendono incontrollabili sul volto e che non riesco ad asciugare.
Neanche questo ti provoca un’emozione incontrollata, credevo di aver prosciugato questo mare salato e invece trabocca dai miei occhi.
Non potrai mai capire quello che provo il mio ritmo è più veloce del tuo, ho provato a rallentare ma stono, e tra poco si romperanno tutti i vetri ed entrerà finalmente quel vento di vita di cui ho bisogno.
Fransisca Garofolo